Acclarata la ormai certa rilevanza dell’avanzo di amministrazione applicato a spese di investimento nel prospetto del saldo di finanza pubblica, bisognerà capire quali riflessi avranno gli enti che avevano richiesto spazi finanziari per garantire il pareggio di bilancio.
La novità introdotta con la circolare n. 25 del 3 ottobre 2018 con la quale la Ragioneria generale dello Stato ha fatto un ulteriore passo verso la “liberalizzazione” dell’uso degli avanzi di amministrazione, prospettiva obbligata dopo i due fondamentali interventi della Corte costituzionale (la sentenza n. 247 del 2017 e la sentenza n. 101 del 2018) pone, infatti, alcuni dubbi interpretativi in merito a quei comuni che, nel febbraio 2018, hanno richiesto ed ottenuto spazi finanziari per le spese di investimento finanziate dall’avanzo di amministrazione, fattispecie prevista espressamente dalla norma.
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