Mi piace il «disegno di legge Merito» che il ministro per la PA discuterà oggi in consiglio dei ministri e che prevede lo “sviluppo di carriera”, che consentirà alle PA di pescare i propri dirigenti all’interno, come da me sempre auspicato. Gli articoli delle bozze sono chiari nell’indicare i punti cardine di quella che punta a essere una riforma profonda delle carriere e della valutazione dei dipendenti pubblici. Con un progetto fondato su tre pilastri: l’apertura di una strada che porta alla dirigenza anche senza concorso pubblico, il ridisegno dei giudizi di merito sull’operato dei dipendenti e una riscrittura della disciplina degli organi interni di valutazione (OIV), a cui il Governo dovrebbe procedere con delega entro sei mesi dall’entrata in vigore della nuova legge per rafforzarne autonomia e competenza. E nel sistema di valutazione di dirigenti e titolari di incarichi di responsabilità, accanto agli obiettivi dovranno incidere una serie di «caratteristiche trasversali» come «la capacità di superare schemi consolidati», la «capacità realizzativa», la disponibilità alla «cooperazione interna ed esterna», l’attitudine ad «agire velocemente con tempestività e decisione» e la «capacità di costruire team ad alte performance e di valorizzare i propri collaboratori». Permettetemi di dire che lo dico da sempre, che questa la via per la Buona Amministrazione.
