Il piano di riequilibrio finanziario pluriennale, quale strumento a disposizione per gli Enti, nei quali sussistano squilibri strutturali del bilancio, al fine di evitare il dissesto finanziario
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La procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, disciplinata dai nuovi articoli 243-bis, ter e quater del TUEL, si inserisce, in un sistema in cui sono prefigurate, le situazioni di precarietà delle gestioni amministrative e, in parallelo, i rimedi per farvi fronte. Le misure previste prendono le mosse da quelle per il ripiano dei debiti, nonché dell’eventuale disavanzo di amministrazione e da quelle necessarie per il ripristino del pareggio, laddove si prevedono disavanzi di gestione o di amministrazione, per squilibri della gestione di competenza o dei residui.

La procedura di riequilibrio finanziario pluriennale presuppone una situazione di evidente deficitarietà strutturale prossima al dissesto, che potrebbe dar luogo al procedimento del c.d. “dissesto guidato”, ma che si svolge privilegiando l’affidamento della gestione delle iniziative per il risanamento agli organi ordinari dell’ente.

La procedura per il riequilibrio finanziario è cadenzata, con termini perentori, per lo svolgimento degli adempimenti e richiede l’intervento della Corte dei Conti, nelle sue diverse articolazioni, in fasi e momenti successivi del procedimento.

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