L’art. 19, comma 5, lett. b), del DL n. 90/2014 dispone che l’ANAC irroga una sanzione amministrativa compresa fra € 1.000 e € 10.000 nel caso di omessa adozione dei piani triennali di prevenzione della corruzione, del programma triennale di trasparenza o dei codici di comportamento.
Intervenendo sulla corretta esegesi della citata disposizione, la Corte di Cassazione, sez. II, nella sent. n. 28344/2023, pubblicata lo scorso 10 ottobre, ha precisato che la sanzione non opera nel caso di mancato aggiornamento del piano triennale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza (adempimento obbligatorio ex art. 10 del Decreto Legislativo n. 33/2013) ma solo in caso di omessa adozione del piano in discorso.
Nel silenzio della norma, secondo i giudici, non è possibile equiparare la mancata adozione con il mancato aggiornamento, trattandosi di condotte diverse; inoltre, operazioni di interpretazioni analogiche e/o estensive non possono essere legittimamente effettuate dinanzi a norme sanzionatorie, considerati i principi di tassatività e tipicità degli illeciti amministrativi.
