Scarsa riscossione delle entrate proprie: le indicazioni della Corte dei conti

È fondamentale il miglioramento del grado di riscossione delle entrate correnti, prestando particolare attenzione all’attività di accertamento e riscossione dei tributi, con la raccomandazione di porre in essere, prima dell’attivazione della riscossione coattiva, tutte le pratiche necessarie all’individuazione dei debitori e al recupero di quanto dovuto, dando luogo, nell’immediato, a tutte le attività di vigilanza e di monitoraggio a tutela delle proprie ragioni creditorie: è quanto evidenziato dalla Corte dei conti, sez. reg. di contr. Lazio, nella delib. n. 117/2023/PRSE, depositata lo scorso 15 giugno.

Altrettanto importante, secondo i giudici, è la costante verifica dell’efficienza delle modalità organizzative prescelte per la riscossione delle entrate proprie, con particolare riguardo a quelle in conto residui.

Al fine di assicurare il recupero, inoltre, non bisogna attendere il momento immediatamente precedente il decorso della prescrizione o della decadenza ma, al contrario, è necessario porre in essere con tempestività le necessarie misure sollecitatorie.

In sede di riaccertamento ordinario, poi, è richiesto uno scrupoloso monitoraggio e ricognizione dei residui in conformità ai canoni di prudenza e veridicità e, tramite una puntuale aderenza ai principi contabili di cui al punto 9 dell’allegato 4/2 al d.lgs. n. 118/2011, di approfondire le ragioni di effettiva conservabilità, nel conto del bilancio, dei crediti maggiormente risalenti e dei relativi titoli giuridici a fondamento.

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