Nella seduta dello scorso 21 settembre, la Commissione ARCONET ha espresso una serie di considerazioni in merito alla nuova contabilità “Accrual” prevista all’interno del PNRR, la cui riforma 1.15 prevede di “Dotare le pubbliche amministrazioni italiane di un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale”.
In primo luogo, è stata segnalata la necessità di conoscere il quadro generale di attuazione della riforma, con particolare riferimento ai ruoli e alla relazione del sistema unico di contabilità economico-patrimoniale e della contabilità finanziaria. Al riguardo, la Commissione ha, in primo luogo, chiarito di non essere pregiudizialmente contraria al rafforzamento della contabilità economico patrimoniale rispetto alla contabilità finanziaria, fino all’adozione della sola contabilità economico patrimoniale; tuttavia, ha al contempo segnalato che l’attuazione di tali scenari richiede un impegno rilevante del legislatore nazionale al fine di garantire l’adeguamento dell’ordinamento contabile pubblico nel rispetto della Costituzione e il dispiegamento di risorse finanziarie nei confronti di tutte le Pubbliche Amministrazioni, compresi gli enti territoriali, al fine di garantire:
– la sperimentazione della riforma;
– la formazione degli operatori;
– una semplificazione del sistema contabile complessivo, se la riforma 1.15 del PNRR sarà attuata conservando la contabilità finanziaria.
In secondo luogo, sono state segnalate le difficoltà di approccio e di realizzazione che gli Enti Territoriali hanno registrato nell’applicazione concreta della contabilità economico – patrimoniale di cui al Decreto Legislativo n. 118/2011.
In terzo luogo, è stato evidenziato che una nuova riforma che doti le PP.AA. italiane di un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale, non può che essere improntata sull’esigenza, più volte manifestata dalle autonomie, di una vera semplificazione. Nella sostanza, secondo la Commissione, “ciò che deve essere condiviso è il fatto che agli enti territoriali non può essere richiesto di applicare un sistema di contabilità finanziaria autorizzatoria potenziata, anche per la verifica fondamentale del rispetto dei vincoli di finanza pubblica, e nel contempo un sistema di contabilità economico – patrimoniale “accrual” separato e parallelo a “binario”. Ciò determinerebbe, oltre ad una ricaduta non sostenibile nelle organizzazioni degli enti, il fallimento della riforma con un’applicazione del tutto adempimentale della contabilità economico – patrimoniale”.
Ovviamente, tale scenario “non è auspicato, né voluto dalla Commissione Arconet, in particolare dalle Associazioni degli enti, che anzi sottolineano l’importanza di una visione economico – patrimoniale dei risultati”; conseguentemente, “Occorre allora fare una scelta meditata e ragionevole che esige un esame accurato del lavoro in progress dello SSB e un raccordo con l’attuale impostazione della contabilità armonizzata. Dopo tanti anni di lavoro della Commissione Arconet, che ha portato a risultati importanti per la Finanza Pubblica, non deve essere questa l’occasione per un confronto, datato e superato, tra sostenitori di un sistema piuttosto che di un altro”.