È legittimo che l’amministrazione comunale determini tariffe TARI più elevate per gli esercizi commerciali rispetto alle tariffe delle utenze domestiche, visto che, come indicato dalla giurisprudenza in passato (cfr., ad esempio, Cass. civ., SS.UU., sent. 31 marzo 2008, n. 8278), un esercizio commerciale ha una maggiore capacità produttiva di rifiuti rispetto ad una abitazione: è quanto evidenziato dal TAR Lecce, sez. I, nella sent. 6 settembre 2022, n. 1391.
Tale considerazione, secondo i giudici, consente di ritenere rispettato anche il principio comunitario di “chi inquina paga”.
Il TAR ha altresì ricordato l’art. 1, comma 169, della Legge n. 296/2006, che sancisce il principio di ultrattività delle tariffe e aliquote vigenti, secondo il quale, in caso di mancata approvazione entro il termine fissato per l’approvazione del bilancio di previsione, le tariffe e le aliquote si intendono prorogate di anno in anno, con la conseguenza che è prevista una prorogatio ex lege degli atti impositivi adottati in precedenza e dei relativi effetti.
