La qualità di indicatore di bilancio rivestita dalla riscossione dei crediti residui

La percentuale di riscossione dei crediti residui dei Titoli I (relativo alle entrate tributarie) e III (relativo alle entrate extratributarie) costituisce un indicatore finanziario di particolare rilevanza non solo per le risorse che il Comune riesce ad incassare grazie all’adozione di iniziative finalizzate al contrasto dell’evasione tributaria ed extra-tributaria, ma anche in ragione della modalità di calcolo del FCDE, direttamente collegata alla percentuale di mancata riscossione dei crediti residui su base quinquennale: è quanto evidenziato dalla Corte dei conti, sez. reg. di controllo per l’Abruzzo, nella delib. n. 4/2022/PRSE, depositata lo scorso 14 gennaio.

Secondo i giudici contabili, bassi tassi di riscossione determinano, pertanto, la necessità di un rilevante accantonamento al FCDE in sede di rendiconto e il conseguente “congelamento” di risorse da destinare alla copertura del rischio evasione.

Ricordiamo, inoltre, che gli accantonamenti al FCDE conseguenti alle difficoltà sul lato della riscossione non possono essere considerati risolutivi in una prospettiva di lungo periodo, entro la quale l’ente deve provvedere ad azionare opportune leve organizzative che consentano l’effettiva affluenza di entrate in bilancio tali da consentire una programmazione delle spese volta ad approntare le necessarie misure per soddisfare i bisogni della collettività (in tal senso, cfr. Corte dei conti, sez. reg. di controllo per l’Emilia Romagna, nella delib. n. 133/2021/PRSE, depositata il 9 settembre 2021).

 

 

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