Legge di bilancio 2025: novità per i piccoli comuni in dissesto
I commi da 775 a 778 dell’art. 1 della Legge di bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207, pubblicata sulla G.U. n. 305 del 31 dicembre 20249) attribuiscono ai comuni con popolazione inferiore ai 1000 abitanti in situazione di dissesto finanziario dal 1° gennaio 2017 e che hanno aderito alla procedura semplificata di accertamento e liquidazione dei debiti prevista dall’art. 258 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e per i quali l’organo straordinario di liquidazione non abbia ancora approvato il rendiconto della gestione, la facoltà di ricevere un’anticipazione, da destinare all’incremento della massa attiva della gestione liquidatoria per il pagamento dei debiti ammessi.
Per quanto ovvio, il ricorso all’anticipazione, tramite espressa istanza, è una facoltà e non un obbligo del comune.
L’anticipazione dovrà essere destinata all’incremento della massa attiva della gestione liquidatoria per il pagamento dei debiti ammessi, fino a concorrenza della massa passiva censita.
L’anticipazione sarà assegnata a seguito di ricognizione del fabbisogno effettivo e attuale di liquidità dell’ente interessato, tenendo conto anche di altri eventuali o contributi che il comune avesse già percepito.
Il comma 776 stabilisce che la quota spettante a ciascuno dei piccoli comuni in parola sia determinata tenendo conto della popolazione residente, secondo i dati forniti dall’ISTAT.
Inoltre, il comma 776 dispone che l’anticipazione sia concessa annualmente con decreto del Ministero
dell’Interno, a valere sul “Fondo di rotazione per assicurare la stabilità finanziaria degli enti locali”.
L’ente locale, ricevuto l’importo erogato in suo favore, entro trenta giorni dovrà metterlo a disposizione dell’ente straordinario di liquidazione che, a sua volta, entro novanta giorni da allora provvederà a pagare i debiti ammessi, nei limiti dell’anticipazione erogata.
Il comma 777 si occupa della restituzione dell’eventuale anticipazione, che avverrà entro dieci anni a decorrere dall’anno successivo all’erogazione, con piano di ammortamento a rate costanti, sulle quali graverà un tasso di interesse determinato sulla base del rendimento di mercato dei buoni poliennali del Tesoro a cinque anni in corso di emissione, indicato nel sito Internet del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il comma 778 concerne i casi di mancata restituzione delle rate entro i termini previsti: in questa ipotesi, le somme erogate a un piccolo comune saranno recuperate a valere sulle altre risorse che, a qualunque titolo, il Ministero dell’Interno deve al comune stesso.