Il proprietario ha diritto di accesso ex Legge n. 241/1990 alla documentazione utilizzata dal Comune per l’emissione dell’avviso di accertamento TARI, onde consentire l’eventuale esercizio degli strumenti di tutela apprestati dall’ordinamento: è quanto affermato dal TAR Lazio, Roma, sez. II, nella sent. 25 marzo 2024, n. 5917.
Nel caso specifico, il comune aveva adottato un avviso di accertamento contestando, quale infedele dichiarazione, che la TARI era stata pagata in modo irregolare in relazione alla superficie, mentre il richiedente l’accesso contestava l’avvenuto pagamento da parte del possessore e del richiedente. L’istante, quindi, rappresentava la necessità di acquisire gli atti istruttori prodromici all’adozione dell’avviso di accertamento, anche in ordine alla rideterminazione della superficie, onde presentare successivamente istanza di rimborso al comune.
Nell’accogliere l’istanza, i giudici hanno anche ricordato che la giurisprudenza è consolidata nel ritenere che l’inaccessibilità degli atti tributari, sancita dall’art. 24 della Legge n. 241/90, è da intendersi limitata alla mera fase di pendenza del procedimento (cfr., quam multis, Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, sent. 16 luglio 2019, n. 684; TAR Calabria, Catanzaro, sent. 11 ottobre 2022, n. 1702), mentre, nel caso specifico, trattavasi di istanza presentata a seguito della definizione del procedimento tributario.