Scarsa attendibilità delle previsioni: il warning della Corte dei conti

Significativi scostamenti tra le previsioni di competenza e gli accertamenti ma, soprattutto, scostamenti rilevanti tra gli accertamenti e le somme effettivamente incassate, generano, inevitabilmente, una copiosa mole di residui attivi in grado di alterare le risultanze e l’attendibilità del bilancio: è quanto ribadito, con la recente delib. n. 50/2024, depositata lo scorso 7 maggio, la Corte dei conti, sez. reg. di contr. Basilicata.

In ossequio al principio di attendibilità del bilancio, un’informazione contabile è attendibile se è scevra da errori e distorsioni notevoli e se, su di essa, si può fare affidamento. A tal fine le previsioni di bilancio devono essere sostenute da accurate analisi degli andamenti storici o, in mancanza, da altri obiettivi parametri di riferimento (art. 162 comma 5, TUEL), nonché dalle legittime aspettative di acquisizione e utilizzo delle risorse.

Dunque, è opportuno che la previsione di competenza degli importi stanziati e il suo inserimento nel conto del bilancio avvenga con prudenza considerando le possibili difficoltà di accertamento, e soprattutto di riscossione, cui l’Ente può andare incontro.

I giudici, pertanto, nel ribadire che le previsioni di bilancio devono essere basate su fondate aspettative di acquisizione e di utilizzo delle risorse (principi di veridicità e di attendibilità), hanno raccomandato all’Ente di orientare la propria programmazione contabile e finanziaria e la propria attività gestionale ad una sostanziale osservanza dei principi di sana e prudente gestione finanziaria.

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