Il controllo di regolarità amministrativo-contabile non può limitarsi a pochissimi atti

La presenza di un ridottissimo numero di atti esaminati, in proporzione a quelli adottati, nonché la mancanza di una tempestiva analisi degli atti già efficaci, vanifica la funzione che l’ordinamento attribuisce al controllo di regolarità amministrativo-contabile: è quanto evidenziato dalla Corte dei conti, sez. reg. di contr. per la Regione Siciliana, nella delib. n. 58/2024/VSGC, depositata lo scorso 11 marzo.

Nel caso specifico i giudici hanno stigmatizzato:

  • la scelta dell’ente locale di procedere ad un numero limitato di atti da controllare, pari al 7% del totale, quasi tutti, peraltro, con irregolarità;
  • l’assenza di verifiche sulle attestazioni concernenti i pagamenti effettuati dopo la scadenza dei termini previsti dalla legge;
  • la mancata implementazione della procedura per monitorare il flusso di liquidazione delle fatture commerciali entro i termini di legge.

Le criticità evidenziate, secondo la Corte, rischiano di pregiudicare la funzione di guida e orientamento della struttura al rispetto dei principi di legalità, imparzialità e buon andamento della PA, finalità che il legislatore con tale forma di controllo vuole opportunamente stimolare e perseguire (ex multis, deliberazioni della sez. reg. di contr. per la Regione Siciliana nn. 210 e 228/2022/VSGC e nn. 64 e 65/2023/VSGC; sez. reg. di contr. per la Lombardia, deliberazioni n. 152 del 2020/VSGC e nn. 15, 33, 52, 70 e 79/2021/VSGC).

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