Scarsa capacità di riscossione delle entrate proprie: il warning della Corte dei conti

È importante tendere al miglioramento del grado di riscossione delle entrate correnti, prestando particolare attenzione all’attività di accertamento e riscossione delle entrate extratributarie, con la raccomandazione di attuare, prima dell’attivazione della riscossione coattiva, tutte le pratiche necessarie all’individuazione dei soggetti debitori ed al recupero di quanto dovuto, ponendo in essere nell’immediato tutte le attività di vigilanza e di monitoraggio a tutela delle proprie ragioni creditorie: è quanto evidenziato dalla Corte dei conti, sez. reg. di contr. Emilia-Romagna, nella delib. n. 12/2024/PRSP, depositata lo scorso 28 febbraio.

Secondo i giudici, una scarsa capacità di riscossione, incidendo sull’effettiva disponibilità, in termini di cassa, delle entrate previste a preventivo per il finanziamento dei programmi di spesa, rischia di vulnerare gli equilibri finanziari dell’Ente qualora finisca con l’implicare una sovrastima dei crediti e, conseguentemente, del risultato di amministrazione.

Gli accantonamenti al FCDE conseguenti alle difficoltà sul lato della riscossione, per quanto in grado di neutralizzare tali effetti, non possono essere considerati risolutivi in una prospettiva di lungo periodo, entro la quale l’Ente deve provvedere ad azionare opportune leve organizzative che consentano l’effettiva affluenza di entrate in bilancio tali da consentire una programmazione delle spese volta ad approntare le necessarie misure per soddisfare i bisogni della collettività.

 

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