TARI 2024: aggiornate le linee guida
Dallo scorso 12 gennaio è possibile consultare l’aggiornamento delle linee guida interpretative per supportare gli enti locali che devono approvare i piani finanziari e le tariffe TARI 2024, utilizzando il seguente link: https://www.finanze.gov.it/it/inevidenza/TARI-Fabbisogni-standard-Art.-1-comma-653-della-legge-n.-147-del-2013-Anno-2024-Aggiornamento-delle-Linee-guida/.
Le linee guida contengono le indicazioni per calcolare il fabbisogno di ciascun Comune in linea con le componenti del costo standard per tonnellata, approvate dall’apposita Commissione (Commissione tecnica per i fabbisogni standard – Ctfs) in data 18 novembre 2019 e con l’aggiornamento dello scorso ottobre fornito dallo stesso Ctfs.
Il fabbisogno standard finale di ogni comune è il risultato del prodotto di due grandezze:
- il costo standard di riferimento per la gestione di una tonnellata di rifiuti;
- le tonnellate di rifiuti urbani gestite dal servizio.
Per l’individuazione delle “risultanze dei fabbisogni standard” si fa riferimento al “costo standard” di gestione di una tonnellata di rifiuti, calcolato sulla base di un modello statistico di regressione che mette in relazione i costi osservati in un ampio campione rappresentativo di comuni con le rispettive variabili gestionali e di contesto che influiscono sul costo stesso. Tali componenti di costo colgono gli aspetti statisticamente rilevanti per la differenziazione del costo standard di riferimento, sulla base sia delle caratteristiche del servizio offerto sia di quelle del comune.
Il parametro di base è la stima del costo medio nazionale di riferimento per la gestione di una tonnellata di rifiuti, pari a 130,45 euro.
Per ottenere il costo standard di riferimento di ogni comune, a tale valore base occorre aggiungere i differenziali di costo relativi alle seguenti componenti:
- la percentuale di raccolta differenziata, inserita con una specificazione non lineare volta a descrivere la curva dei livelli di raccolta differenziata sperimentata nei comuni delle regioni a statuto ordinario analizzati. In relazione alla posizione che ciascun comune ha raggiunto in questa curva, l’impatto della componente sul costo standard del servizio è differente: da rilevanti incrementi di costo per bassi valori della percentuale di raccolta differenziata si passa a costi unitari che crescono meno per le percentuali più alte;
- la distanza in km fra il comune e gli impianti cui vengono conferite le differenti tipologie di rifiuti
- urbani (1 km di distanza aumenta il costo standard di 0,18 euro per tonnellata);
- il numero e la tipologia degli impianti regionali, ad esempio, per ogni impianto di trattamento meccanico biologico il costo standard aumenta di 4,17 euro per tonnellata;
- la percentuale di rifiuti urbani trattati e smaltiti negli impianti regionali, ad esempio, un punto percentuale di rifiuti urbani smaltiti nelle discariche della regione di appartenenza riduce il costo standard di 0,22 euro per tonnellata;
- la forma di gestione del servizio rifiuti, in particolare, la gestione associata del servizio mostra mediamente un costo standard più alto di 5,82 euro per tonnellata rispetto alla gestione diretta;
- i fattori di contesto del comune relativi alle principali caratteristiche, costanti nel tempo o mutevoli solo nel lungo periodo, del contesto demografico, morfologico ed economico comunale (età media della popolazione, percentuale di residenti con titolo universitario, densità media della popolazione, reddito medio complessivo imponibile IRPEF), attraverso le quali è possibile cogliere l’eterogeneità comunale non direttamente legata alle modalità gestionali del servizio, ovvero le specificità del singolo comune (ad esempio, 100 abitanti in più per km quadrato aumentano il costo standard per tonnellata di 0,5219 euro);
- le economie/diseconomie di scala, colte attraverso l’inverso delle tonnellate di rifiuti urbani, che assumono rilevanza sostanziale solo nel calcolo finale del costo standard dei piccolissimi comuni, con una ridotta quantità di rifiuti urbani, in quanto evidenzia la stima di un costo fisso, indipendente dalla quantità di rifiuti urbani gestiti, pari a 1.318,12 euro;
- le modalità di raccolta dei rifiuti urbani, distinte in domiciliare o “porta a porta”, mediante centri di raccolta e su chiamata (la presenza di centri di raccolta, ad esempio, riduce il costo standard di 31,95 euro per tonnellata);
- il cluster o gruppo omogeneo di appartenenza del comune.