L’importanza della corretta operazione di riaccertamento dei residui

Come ricordato dalla Corte dei conti, sez. reg. di contr. per l’Emilia-Romagna, nella delib. n. 183/2023/PRSP, depositata lo scorso 14 dicembre, la corretta operazione di riaccertamento dei residui attivi e passivi è operazione fondamentale ai fini della esatta determinazione del risultato di amministrazione del rendiconto della gestione e quindi dell’attendibilità di questo, talché una sovrastima dei residui attivi o una sottostima di quelli passivi può portare a un’errata determinazione dell’avanzo/disavanzo dell’ente, inducendo in errore l’organo di indirizzo politico che approva il bilancio ed al contempo i terzi, cittadini, creditori e organi di controllo.

È a tale adempimento che fanno riferimento le specifiche prescrizioni indicate dall’art. 228, comma 3, del TUEL (Decreto Legislativo n. 267/2000), nonché quelle contenute nel principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria di cui all’Allegato n. 4/2 al Decreto Legislativo n. 118/2011 (punto 9.1), le quali postulano l’esigenza di operare una rigorosa ed attenta ricognizione delle voci classificate nei residui, finalizzata a mantenere in bilancio solo quelle per le quali la riscossione/pagamento possano essere previsti con un ragionevole grado di certezza.

I giudici contabili hanno anche richiamato l’attenzione del comune a perseguire il puntuale e costante monitoraggio delle proprie entrate mantenute a residuo e a implementare l’attività di recupero.

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