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Appalti: legittimo escludere la dimidiazione per la cauzione definitiva

Come è noto, la cauzione provvisoria e quella definitiva soddisfano interessi differenti: la prima è posta a garanzia della serietà dell’offerta del singolo partecipante; la seconda, invece, mira a garantire l’adeguato rispetto degli impegni contrattuali dell’aggiudicatario.

Conseguentemente, come affermato dal TAR Sardegna, sez. I. nella sent. 23 giugno 2023, n. 454, la stazione appaltante può decidere che la dimidiazione di quella provvisoria, prevista dall’art. 93, comma 7, del previgente Codice dei contratti pubblici (Decreto Legislativo n. 50/2016, ancora applicabile per le precedenti procedure di gare), non valga per la cauzione definitiva, quale elemento di ulteriore garanzia della corretta esecuzione del contratto di appalto aggiudicato.

Nel caso specifico, secondo i giudici, non poteva considerarsi illegittima la clausola della lex specialis che aveva chiaramente e univocamente espresso che doveva intendersi espressamente esclusa la possibilità di ridurre l’importo della cauzione, ai sensi di quanto previsto dall’art. 93, comma 7, del Decreto Legislativo n. 50/2016 ed il cui contenuto era stato ribadito dalla stazione appaltante anche in sede di chiarimenti.