Se il parere legale è utilizzato dall’Amministrazione per giustificare l’adozione di un proprio provvedimento, deve affermarsi che la stessa abbia inteso esternarne il contenuto e non può, dunque, sottrarsi all’obbligo di rilasciarne copia all’interessato che ne richieda l’accesso documentale ex Legge n. 241/1990, essendo tenuta, rispettivamente, a esplicitarne la motivazione e a garantire la trasparenza dell’azione amministrativa: è quanto affermato dal TAR Abruzzo, L’Aquila, sez. I, nella sent. 23 marzo 2023, n. 149.
La giurisprudenza sul punto è concorde nell’affermare che “Il parere legale è ostensibile quando esso abbia una specifica funzione endoprocedimentale, risultando correlato ad un procedimento amministrativo che si conclude con un provvedimento ad esso collegato anche solo in termini sostanziali e, quindi, pur in assenza di un richiamo formale ad esso. All’opposto, va negato l’accesso quando il parere venga espresso al fine di definire una strategia una volta insorto un determinato contenzioso, ovvero una volta iniziate situazioni potenzialmente idonee a sfociare in un giudizio (Consiglio di Stato, sez. VI, sent. 15 novembre 2018, n. 6444).