L’importanza di una riscossione efficiente: il warning della Corte dei conti

In tema di entrate correnti, risultano rilevanti i temi dell’evasione fiscale in senso proprio e dell’omissione di versamenti dovuti, visto che per i Comuni si tratta di imposte (IMU e addizionale comunale IRPEF) il cui gettito ha importanti incidenze sugli equilibri finanziari, essendo entrate ricorrenti utili a sostenere indistintamente la parte corrente della spesa contribuendo a garantire il mantenimento degli equilibri finanziari nel tempo non solo del singolo ente ma anche, in modo aggregato, dell’intero sistema Paese: è quanto evidenziato dalla Corte dei conti, sez. reg. di contr. per l’Emilia-Romagna, nella delib. n. 24/2023/PRSE, depositata lo scorso 9 febbraio.

L’ottimizzazione della riscossione riverbera positivamente non solo sugli equilibri correnti di competenza attraverso una riduzione nel tempo del fondo crediti dubbia esigibilità (FCDE) ma anche sugli equilibri di cassa. Una migliore e più efficiente riscossione, infatti, consente di poter disporre di maggiore liquidità per far fronte in modo tempestivo ai pagamenti dell’ente evitando di accantonare al fondo di garanzia dei debiti commerciali che irrigidisce la spesa e rende problematico garantire servizi di buona qualità.

Rendere la riscossione più efficiente è un tema di valore pubblico poiché solo la piena effettività delle entrate rende possibile la realizzazione delle politiche pubbliche locali. Risulta, infatti, di immediata evidenza come a minori entrate effettive corrispondano minori servizi sia in termini quantitativi che qualitativi. In molti casi, negli enti con maggiori difficoltà, non può essere nemmeno garantita l’erogazione dei servizi afferenti alle funzioni fondamentali non consentendo nel tempo la continuità amministrativa e costringendo gli amministratori a dichiarare il default (dissesto finanziario) o ad accedere a piani di risanamento forzati nell’ambito dei quali la leva fiscale viene elevata al massimo possibile, pur in assenza di miglioramenti tangibili nell’erogazione dei servizi.

I giudici della Corte Costituzionale hanno più volte ribadito come adempiere agli obblighi tributari sia funzionale al finanziamento dei diritti, non perché si tratti di uno scambio fiscale o perché si tratti di un dovere di soggezione, ossia entrate versate contro servizi utili solo a chi ha versato, ma perché si tratta in definitiva di un dovere di solidarietà.

Il tema dell’efficienza nella riscossione ha suscitato rinnovato interesse a seguito nell’inserimento nel PNRR – nell’ambito delle misure correlate alla “Riforma dell’Amministrazione fiscale” (Missione 1, Componente 1 del PNRR, M1C1-121) – anche della “Riduzione del tax gap”. L’obiettivo prevede che la “propensione all’evasione” si riduca, nel 2024, del 15% rispetto al valore di riferimento del 2019 ed è previsto altresì uno step intermedio (M1C1-116) che assicurerà che la medesima “propensione all’evasione” si riduca, nel 2023, del 5% del valore di riferimento del 2019.

È, quindi, indubbio che la piena realizzazione di tale riforma è considerata un volano per la valorizzazione e diffusione su ampia scala dei principi di equità e progressività e per la tenuta dei conti delle PP.AA.

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