Bozza della Legge di bilancio 2023: disposizioni in materia di ristoro TASI

L’art. 140 della bozza della Legge di bilancio 2023, sottoposta all’esame del Parlamento, prevede che “1. All’articolo 1, comma 554, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, le parole: “Per gli anni 2020, 2021 e 2022” sono sostituite dalle parole: “A decorrere dell’anno 2020.”.

La norma è volta a stabilizzare a regime il contributo riconosciuto ai Comuni per il ristoro del gettito tributario non più acquisibile a seguito dell’introduzione della Tariffa per i servizi indivisibili (TASI) di cui all’articolo 1, comma 639, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Legge di stabilità 2014), anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 220 del 2021.

Il contributo si aggiunge a quello già previsto dalla legge di bilancio per il 2019 (legge 30 dicembre, 2018, n. 145, articolo 1, commi 892-895), per 190 milioni di euro annui dal 2019 al 2033.

La Suprema Corte, infatti, ha ritenuto infondata la questione di legittimità costituzionale sollevata sull’articolo 1, comma 554, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, laddove prevede l’assegnazione complessiva di 110 milioni di euro da parte dello Stato a titolo di ristoro del gettito non più acquisibile dalla TASI, in luogo dei 625 milioni di euro originariamente individuati dall’articolo 1, comma 731, della legge 27 dicembre 2013, n. 147.

In particolare, la Corte Costituzionale ha stabilito che il “ ridimensionamento – determinato dal fatto che lo Stato, con la disposizione impugnata, assegna complessivamente 300 milioni di euro, a fronte di un “ricalcolo” di effettiva perdita di gettito pari a 340 milioni di euro – consente di affermare che le riduzioni oggetto d’impugnazione non sono tali da incidere significativamente sul livello dei servizi fondamentali, pur in assenza della definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP).

La disposizione attribuisce ai comuni interessati, al fine di garantire le medesime risorse attribuite fino all’anno 2022, un contributo pari a 110 milioni di euro annui a decorrere dal 2023 e determina nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica pari a euro 110 milioni annui a decorrere dall’anno 2023.

 

 

 

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