Accessibile il piano relativo al posizionamento dei cassonetti gestito dall’azienda municipalizzata
È accoglibile l’istanza di accesso difensivo (ex Legge n. 241/1990) al piano relativo al posizionamento dei cassonetti gestito dall’azienda municipalizzata, avanzata da un condominio che inutilmente aveva richiesto lo spostamento di alcuni cassonetti: è quanto evidenziato dal TAR Lazio, Roma, sez. I ter, nella sent. 30 marzo 2022, n. 3655.
I giudici hanno ricordato che la legittimazione all’accesso va riconosciuta a chi è in grado di dimostrare che gli atti richiesti hanno prodotto o possano produrre effetti diretti o indiretti nei suoi confronti, da cui deriva il suo bisogno di conoscenza (c.d. “need to know”, cfr. Consiglio di Stato, Adunanza Plenaria, sentenza n. 10/2020), anche a prescindere dalla intervenuta lesione di una posizione giuridica o dalla compiuta percezione della stessa (tra l’altro, di sovente è soltanto a seguito dell’esercizio del diritto di accesso che l’interessato acquisisce gli elementi utili a valutare le azioni esperibili).
In quest’ottica, il condominio non soltanto è certamente legittimato a richiedere la documentazione relativa al piano dei cassonetti (considerato il loro peculiare posizionamento rispetto allo stabile condominiale), quand’anche in fase meramente preparatoria, ma ha altresì un interesse diretto, attuale e concreto, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata ai documenti di cui ha chiesto l’ostensione, tenuto conto che ogni determinazione in merito alla collocazione dei cassonetti e al loro spostamento, o meno, è per esso rilevante, stanti le richieste di rimozione come sopra inviate e versate in atti, rimaste disattese (di talché è da escludersi che l’istanza possa essere finalizzata ad un controllo generalizzato dell’operato dell’azienda municipalizzata che si occupa del servizio nettezza urbana, essendo invero evidente, oltre che indicato, il diverso fine perseguito).
Il TAR ha anche ricordato che non spetta al giudice accertare se la documentazione richiesta possa essere utile in ottica difensiva: infatti, nell’accertare l’interesse all’accesso in capo al richiedente rispetto a determinati documenti, il giudice deve verificarne la concretezza, l’attualità e il collegamento con una situazione giuridica meritevole di tutela (nella specie, come detto, sussistente), senza spingersi sino a sindacare l’utilità concreta che la conoscenza dei documenti amministrativi possa poi effettivamente determinare per il medesimo soggetto, ben potendo la documentazione richiesta costituire soltanto, genericamente, mezzo utile per la difesa (cfr. in questi termini Consiglio di Stato sent. n. 282/2020).