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Spese per rinfreschi sostenute dall’Università: il warning della Corte dei conti

Non rientrano fra le spese di rappresentanza quelle sostenute per rinfreschi e colazioni di lavoro svoltisi tra Professori interni e docenti esterni invitati per lezioni di un dottorato: è quanto affermato dalla Corte dei conti, sez. giurisdizionale per la Liguria, nella sent. n. 25/2022, depositata lo scorso 11 febbraio.

Ed infatti, secondo i giudici contabili, costituisce circostanza ordinaria e non eccezionale l’invito di Professori di altre Università, soprattutto viciniori, per tenere lezioni all’interno dei corsi di dottorato che presuppongono necessariamente un notevole approfondimento su vari argomenti a descrivere i quali possono essere invitati gli studiosi che abbiano approfondito la materia, anche tramite pubblicazioni scientifiche, se non addirittura monografiche.

È altrettanto notorio che costituisce prassi grandemente diffusa l’invito a colazione o a cena dei medesimi Professori esterni, ma si tratta di un’occasione di convivialità che non può certamente essere fatta gravare sui capitoli di bilancio universitari, anche in considerazione della scarsità diffusa delle risorse poste a disposizione della ricerca scientifica.

L’aspetto relativo alla legittimità delle spese sostenute per i servizi di coffee break presenta alcune peculiarità che devono essere approfondite. Occorre, infatti, distinguere tra quelli offerti in occasione di semplici workshop locali, ancorché aperti al pubblico, da quelli, invece, predisposti in occasione di convegni di rilevanza nazionale o internazionale: in quest’ultimo caso, il carattere di rappresentanza, conseguente all’indubbio prestigio di essere sede di un evento di tale portata, connota ogni aspetto dell’evento, entro i limiti della ragionevolezza della spesa, consentendo l’utilizzazione del fondo economale.