L’importanza dell’analisi dei residui secondo la Corte dei conti
Un’attenta e continua analisi dei residui, sia attivi sia passivi, è finalizzata non solo ad avere un chiaro e trasparente quadro delle posizioni debitorie e creditorie nel rispetto del principio di veridicità dei rendiconti, ma anche ad applicare correttamente il principio della competenza finanziaria cd. potenziata: è quanto ricordato dalla Corte dei conti, sez. reg. di controllo per l’Abruzzo, nella delib. n. 304/2021/PRSE, depositata lo scorso 8 settembre.
Come, peraltro, indicato nella deliberazione della Sezione delle Autonomie, n. 9/SEZAUT/2016/INPR, una corretta gestione ordinaria dei residui passivi dovrebbe condurre verso una loro progressiva riduzione, mentre lo stock di residui attivi dovrebbe naturalmente tendere ad una loro stabilizzazione.
I giudici, inoltre, hanno rammentato che un costante monitoraggio dei residui attivi consente all’Amministrazione una corretta e consapevole determinazione del fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE), la cui definizione non può prescindere dalla predetta ricognizione che va, altresì, coordinata con un attento monitoraggio delle attività di riscossione delle entrate.