La cena organizzata dal neoassessore non è una spesa di rappresentanza
Non può rientrare tra le spese di rappresentanza il costo (nel caso specifico pari a euro 93,50) di una cena organizzata da un assessore di fresca nomina: è quanto affermato dalla Corte dei conti, sez. giurisdizionale per la Liguria, nella sent. n. 156/2021, depositata lo scorso 10 agosto.
Le spese di rappresentanza, per essere giustificate, devono porsi in relazione ad eventi connotati da eccezionalità e ufficialità, atti a promuovere all’esterno l’immagine dell’ente o dell’organismo interessato e tali connotazioni non possono ricorrere in normali ed ordinarie occasioni di incontro, in particolare con individui non rappresentativi delle soggettività esterne cui si rivolge la comunicazione istituzionale.
Ed infatti, come evidenziato già in passato dalla giurisprudenza contabile (ex multis, sez. giur. Veneto, sentt. n. 456/1996 e n. 17/2015), le uniche spese consentite sono quelle di ospitalità o di convivialità riservate a personalità o a rappresentanze istituzionali ed autorità esterne, in occasione di cerimonie ben determinate o eventi istituzionali di elevata rilevanza o risonanza economico-sociale e non quelle rivolte ad una indeterminata cerchia di beneficiari per mera convivialità: tutte caratteristiche che, con ogni evidenza, non sono riscontrabili nella cena de qua.