Questionari sui controlli interni: il warning della Corte dei conti sulla correttezza delle risposte
Nella recente delib. n. 105/2021/VSGC, depositata lo scorso 28 giugno, la Corte dei conti, sez. reg. di controllo per l’Emilia Romagna ha stigmatizzato il comportamento di un Comune che, in esito ai chiarimenti richiesti, aveva in gran parte rettificato le risposte fornite originariamente nel questionario sui controlli interni.
Secondo i giudici contabili, infatti, la compilazione delle risposte richieste dal questionario necessita di una maggiore attenzione, in quanto il referto così elaborato rappresenta la base essenziale di partenza per le valutazioni della Sezione regionale di controllo, ma anche elemento di conoscenza per l’Amministrazione, che dal quadro rappresentato deve trarre indicazioni per superare le criticità in un’ottica di integrazione del sistema dei controlli. (cfr. Sezione regionale di controllo per l’Emilia-Romagna, deliberazione 67/2021/VSGC).
In particolare, i giudici hanno evidenziato che, in molti casi, la risposta sintetica fornita dal responsabile organizzativo della compilazione del questionario non era del tutto corrispondente alla realtà del concreto funzionamento dei controlli interni.
Come è noto, l’art. 148, comma 1, del TUEL (Decreto Legislativo n. 267/2000) prescrive che il Sindaco, avvalendosi del direttore generale, quando presente, o del segretario negli enti in cui non è prevista la figura del direttore generale, trasmette annualmente alla Sezione regionale di controllo della Corte dei conti un referto sul sistema dei controlli interni, adottato sulla base delle linee guida deliberate dalla Sezione delle autonomie della Corte dei conti: il Sindaco, che nel caso di specie era anche il soggetto firmatario del questionario, è pertanto responsabile della corretta compilazione del questionario e della veridicità delle informazioni in esso contenute, che devono far emergere un quadro puntuale e affidabile sullo stato di attuazione del sistema dei controlli interni.