“Lo scioglimento degli Enti Locali per mafia”, a Reggio Calabria la presentazione del libro
Lo Spazio Open di Reggio Calabria ha ospitato la presentazione del volume di Manuela Calautti, Antonia Fabiola Chirico e Teresa Parisi
La disciplina dello scioglimento dei Comuni per mafia, la necessità di riforma della normativa, l’efficacia dell’attuale sistema di commissariamento, gli effetti negativi della criminalizzazione di un’intera amministrazione, l’impatto significativo del provvedimento dissolutorio sulla vita dell’amministrazione e dell’intera comunità, questi alcuni dei temi trattati in occasione della prima presentazione del volume intitolato « Scioglimento degli Enti Locali per mafia. Excursus storico, presupposti e rimedi », edito da Interdata Cuzzola – Nei Comuni e Città del Sole edizioni, di Manuela Calautti, Antonia Fabiola Chirico e Teresa Parisi, svoltasi presso lo spazio Open a Reggio Calabria.
“Non si tratta della prima iniziativa dedicata al tema per noi – ha sottolineato l’editore di Città del Sole, Franco Arcidiaco – avendo in passato anche pubblicato il libro di Caterina Provenzano dedicato alla vicende tormentate del comune di Gioia Tauro e del sindaco Giorgio Dal Torrione. Crediamo, infatti, sia utile promuovere occasioni di confronto in cui la cittadinanza possa maturare consapevolezza in un momento in cui c’è particolare bisogno di partecipare e di riappropriarsi di spazi di democrazia”.
“Per Interdata Cuzzola che da tempo si occupa di Enti locali, li affianca nella risoluzione di problematiche complesse – ha evidenziato Francesco Cuzzola, amministratore Unico di Interdata Cuzzola – l’approdo ad un impegno editoriale su un tema così importante è stato naturale. Anche in questo ambito possiamo, infatti, offrire il nostro contributo qualificato. Esistono degli strumenti di cosiddetta antimafia amministrativa che se posti in essere dagli Enti possono realmente prevenire un provvedimento di portata invasiva e dissolutoria come lo scioglimento e mi riferisco, ad esempio, alla tracciabilità di pagamenti, alla rotazione del personale, a specifici controlli su appalti”.
Il tema dello scioglimento per mafia dei Comuni sta facendo molto discutere non solo per l’incidenza nella nostra attualità (solo nelle ultime due settimane, Palizzi e Stilo, due comuni del reggino sono stati sciolti), ma anche per gli esiti dei ricorsi giurisdizionali avverso i provvedimenti che hanno riguardato i comuni di Marina di Gioiosa e Lamezia Terme, sciolti per mafia nel 2017. “Le recenti decisioni con cui Consiglio di Stato, dopo l’annullamento del Tar Lazio, ha disposto il reintegro dei commissari in entrambi gli Enti, evidenziano la necessità di una interpretazione più chiara e compiuta dei presupposti di concretezza, univocità e rilevanza dei fatti posti alla base della misura dissolutoria”, ha sottolineato l’autrice, Antonia Fabiola Chirico, avvocato del foro di Locri.
“La normativa in materia di scioglimento nasce a seguito dei cruenti fatti di Taurianova dei primi anni ‘90, quando lo Stato dovette predisporre delle misure straordinarie per intervenire su un fenomeno criminale grave e di portata eccezionale. Da qui l’intento di introdurre un meccanismo di tutela preventiva in grado di tutelare la corretta gestione della cosa pubblica e la comunità. Tale normativa, tuttavia, ad oggi necessita ancora di interventi migliorativi in coerenza con il Sistema”, ha sottolineato l’autrice Manuela Calautti, avvocato del foro di Locri.
Non si può analizzare la legge senza valutare la casistica della sua applicazione. “Da una lettura dei 44 provvedimenti di scioglimento per mafia adottati tra il 2017 e il 2018, emerge in larga misura l’accertamento di condotte legate ad incapacità e violazioni di legge più che ad elementi relativi a collegamenti diretti o indiretti con la criminalità mafiosa. Questo impone una riflessione seria sull’uso ricorrente di una misura dissolutoria che nasce come straordinaria”, ha evidenziato l’autrice Teresa Parisi, avvocato del foro di Locri.
Le questioni trattate hanno sollecitato numerosi interventi dal pubblico. Pietro Sergi, presidente del movimento Uniti per crescere, e Paola Lemma, commissaria provinciale Udc Reggio Calabria, hanno manifestato serie preoccupazioni legate a commissariamenti improduttivi di effetti positivi per i territori e a politiche di intervento capaci solo di criminalizzare intere amministrazioni e di allontanare i giovani dalla politica. L’accento sulla necessità di professionalità specifica in capo ai commissari e di un controllo adeguato sul loro operato è stato posto dal dipendente regionale Riccardo Barbucci. Aldo Varano, direttore di ZoomSud, di posizione più radicale, ha giudicato questo strumento normativo inidoneo a sconfiggere un fenomeno criminale che solo la politica potrebbe e dovrebbe debellare. Infine il sindaco di Roghudi, Pierpaolo Zavettieri, riferendo delle proposte di Mezzogiorno in movimento in tema di interdittive e di scioglimenti degli enti, a difesa dello Stato di diritto, ha sottolineato l’importanza di restituire a questi strumenti quell’efficacia concretamente preventiva che oggi si presenta seriamente a rischio.
È emersa con forza, dunque, l’indifferibilità di un intervento in materia che muova da una riflessione oggettiva sul percorso che conduce allo scioglimento e sui risultati che il commissariamento produce sui territori.
“Le maglie dentro le quali prendono corpo le valutazioni sui presupposti dello scioglimento risultano particolarmente larghe – ha sottolineato il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, nelle sue conclusioni – come improduttivo di efficacia risolutiva delle questioni oggetto degli accertamenti alla base della misura dissolutoria si presenta l’operato dei commissari. Questi di fatto non decidono su questioni cruciali per la vita della comunità, consegnando alla classe politica, eletta al termine del loro mandato, una situazione lasciata in sospeso e, dunque, complicata da gestire tutta in una volta. Inoltre resta fuori da questo intervento di ripristino della legalità, e quindi resta dentro l’amministrazione, tutta la parte burocratica che pure era in forza all’ente giudicato infiltrato dalla criminalità mafiosa. Numerosi e molteplici sono, quindi, gli aspetti da trattare e su cui intervenire per assicurare efficacia e legalità”, ha concluso il sindaco Giuseppe Falcomatà.
Reggio Calabria, 11 maggio 2019