Piani di riequilibrio finanziario pluriennale – Una procedura di grande attualità
Nell’anno dell’armonizzazione contabile, il pareggio di bilancio, la verifica degli equilibri armonizzati e l’introduzione dell’accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE) delle entrate di difficile esazione, hanno evidenziato gli effettivi squilibri strutturali degli enti, con la conseguenza che molti Comuni hanno difficoltà a far “quadrare” il Bilancio di previsione 2016. Con i nuovi criteri contabili, tutti i Comuni, anche i più virtuosi, rischiano di generare disavanzi di amministrazione. Si affaccia, in pratica, lo spettro di una crisi di sistema generale.
Alla luce delle difficoltà economiche patite, oggi, dalla maggior parte degli enti locali e per far fronte al crescente rischio default che incombe sui Comuni, con inevitabile ricorso alla procedura di dissesto, il legislatore nazionale è intervenuto modificando il TUEL, con il D.L. 10 ottobre 2012 n.74 (convertito, con modificazioni in Legge 7 dicembre 2012, n.213), e introducendo la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale per gli enti che versano in condizioni di grave squilibrio, ovvero di cosiddetto “predissesto”.
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