1

La compensazione del credito iva applicata al bilancio

Gli enti locali, dopo aver presentato, nel mese di settembre, la dichiarazione iva, che, frequentemente fa emergere un credito, hanno adesso la opportunità di utilizzarlo, provvedendo anche ad applicarlo al bilancio, piccolo toccasana data la attuale criticità nelle risorse disponibili.

La esposizione i bilancio del credito iva compensato, non sempre, viene gestita correttamente, dagli enti che applicano il detto credito al bilancio. Molti altri enti, invece, non utilizzano il credito in compensazione per la mancata conoscenza delle regole che disciplinano, sia fiscalmente sia contabilmente, detta possibilità.

Vediamo quindi, in questa sede, di poter offrire un contributo, utile ad entrambi le tipologie di enti.

 

Il credito iva può essere compensato fino a 516 mila euro dopo aver presentato la dichiarazione iva, relativa all’anno di imposta precedente, a condizione che la stessa sia stata assoggettata al visto di conformità, rilasciato dal Revisore ovvero da Professionista appositamente abilitato. Se la dichiarazione è stata presentata, ma senza visto, il limite alla compensazione scende a 15 mila euro. Nelle more della presentazione della dichiarazione, invece, il limite alla compensazione scende a 5 mila euro. Fin qui le regole fiscali, ma vediamo come esporre in bilancio la compensazione.

 

L’importo di credito iva che si intende compensare, va iscritto nella previsione di bilancio, al titolo III, categoria 5.

In bilancio si iscrive l’importo che sarà compensato e non l’importo di credito maturato, che viceversa, se non sarà oggetto di compensazione, dovrà essere iscritto solo nel conto del patrimonio. Regola che sarà ancor più cogente quando, dal 2015, entrerà in vigore il principio della competenza finanziaria potenziata.

Quando il detto credito sarà utilizzato, effettuando la presentazione dell’F24 ordinario a saldo zero ( in quanto l’F24EP continua a non consentire le compensazioni orizzontali tra tributi diversi), magari a copertura del debito per ritenute irpef (esempio: si devono versare 128 mila euro di irpef e si ha un credito di 54 mila euro di iva,  si presenterà un F24 ordinario a saldo zero, esponendo 54 mila euro di iva a credito e 54 mila euro di ritenute a debito, da qui il saldo zero – mentre poi con l’F24EP si verserà la rimanenza di 74 mila euro di ritenute), si provvederà ad eseguire le relative rilevazioni in finanziaria.

 

In finanziaria si accerterà una entrata al capitolo relativo al recupero credito iva di 54 mila euro, sarà poi rilevata la riscossione di detta entrata, tramite emissione della reversale a compensazione del mandato per debito irpef sulle partite di giro: in pratica si emetterà una reversale per 54 mila euro di credito iva, collegata al mandato per 54 mila euro di debito irpef, si emetterà invece regolarmente per l’effettivo pagamento il rimanente mandato di 74 mila euro per ritenute.