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Soggetti sottoposti alla normativa antimafia

La disciplina fornisce l’elenco dei soggetti sottoposti alla normativa in questione. La necessità di estendere il campo di applicazione delle disposizioni sta nel fatto che negli ultimi anni si è palesata l’infiltrazione della criminalità organizzata non solo nel consiglio d’amministrazione o nelle quote sociali di un’impresa, ma anche all’interno degli organi di controllo dell’attività. Di conseguenza, la verifica è estesa al direttore tecnico e ai componenti del collegio di revisione contabile, oltre agli organi di governance della società. Pertanto, oltre al direttore tecnico ove previsto, la documentazione antimafia deve riferirsi:

– nel caso di imprese individuali, al titolare;

– nel caso di associazioni, al legale rappresentante;

– nel caso di società di capitali anche consortili ai sensi dell’art. 2615-ter del c.c., di società cooperative, di consorzi cooperativi, per i consorzi di cui al libro V, titolo X, capo II, sezione II, del c.c., al legale rappresentante e agli eventuali altri componenti l’organo di amministrazione, nonché a ciascuno dei consorziati che nei consorzi e nelle società consortili detenga una partecipazione superiore al 10 per cento oppure detenga una partecipazione inferiore al 10 per cento e che abbia stipulato un patto parasociale riferibile a una partecipazione pari o superiore al 10 per cento, ed ai soci o consorziati per conto dei quali le società consortili o i consorzi operino in modo esclusivo nei confronti della pubblica amministrazione;

– nel caso di società di capitali, al socio di maggioranza in caso di società con un numero di soci pari o inferiore a quattro, ovvero al socio in caso di società con socio unico;

– nel caso di consorzi di cui all’art. 2602 del c.c. e per i gruppi europei di interesse economico, a chi ne ha la rappresentanza e agli imprenditori o alle società consorziate;

– nel caso di società semplice e in nome collettivo, a tutti i soci;

– nel caso di società per accomandita semplice, ai soci accomandatari;

– nel caso di società di cui all’art. 2508 del c.c., a coloro che le rappresentano stabilmente nel territorio dello Stato;

– nel caso di raggruppamenti temporanei di imprese, alle imprese costituenti il raggruppamento anche se aventi sede all’estero;

– nel caso di società personali, ai soci persone fisiche delle società personali o di capitali che ne siano socie;

– nel caso di associazioni e società di qualunque tipo, anche prive di personalità giuridica, ai soggetti membri del collegio sindacale o al sindaco, nonché ai soggetti che svolgono i compiti di vigilanza di cui all’art. 6,  comma 1, lett. b del D. Lgs. 8 giugno 2011, n. 231;

– nel caso di società costituite all’estero, prive di una sede secondaria con rappresentanza stabile nel territorio dello Stato, a coloro che esercitano poteri di rappresentanza, amministrazione o direzione di impresa;

 l’informazione antimafia deve riferirsi anche ai familiari conviventi.

A questo punto, è obbligo precisare che la comunicazione antimafia è utilizzabile per un periodo di sei mesi dalla data dell’acquisizione; mentre, l’informazione antimafia ha una validità di dodici mesi dalla data dell’acquisizione, qualora non siano intervenuti mutamenti nell’assetto societario e gestionale dell’impresa oggetto dell’informazione.